Otto archi, sedici anni
Le splendide Cameriste Ambrosiane nella cornice di Palazzo Marino a Milano |
L'inizio dell'Ottetto op. 20 di Mendelssohn |
Ma - come ho già scritto - è tutta la composizione che vive in questo clima di fiaba luminosa, in quest'aura che tolkenianamente potremmo definire elfica e che trova la sua espressione più diretta nel terzo movimento, uno Scherzo che rappresenta il prototipo (o meglio: l'archetipo) degli scherzi lievi e palpitanti di vita che ritroveremo nel Sogno di una notte di mezza estate o nella Sinfonia n. 3.
Composizione affascinante anche sotto il profilo della sfida intellettuale che pone, con un organico posto sullo spartiacque tra il gruppo cameristico propriamente detto e la piccola orchestra da camera: sfida intellettuale che Mendelssohn (a sedici anni!) risolve con un'abbondanza di mezzi e una felicità espressiva che farebbero l'invidia di qualunque altro compositore di qualunque età: dallo stile propriamente sinfonico del primo tempo, alla cantilena screziata di malinconia del secondo, dal moto perpetuo al tempo stesso leggero e travolgente dello scherzo ai contrappunti del quarto movimento, le possibilità di uno schieramento di forze tanto peculiare vengono indagate e sfruttate in maniera esaustiva e completa.
Se volete intraprendere un viaggio appassionante all'interno delle tante gemme di questa composizione - ma anche più in generale della creatività mendelssohniana - potete dare un'occhiata alla lezione che Christopher Hogwood ha tenuto nel 2011 per il Gresham College di Londra e in cui Hogwood racconta l'Ottetto con la limpidezza e l'erudizione che lo contraddistinguono anche come direttore d'orchestra.
Una delle migliori registrazioni dell'Ottetto disponibili |
Sarà l'analogico, sarà il famoso Decca sound caldo, ricco e avvolgente, sarà quel che vi pare ma in questa incisione mi sembra davvero di ritrovare almeno un poco della magia e della freschezza di un'esecuzione dal vivo: c'è spontaneità, scorrevolezza, brio, ci sono dinamiche piene e al tempo stesso l'assoluta riconoscibilità dei singoli strumenti.
E' un disco che si trova in rete con relativa facilità e con un esborso davvero modesto; comunque anche se avete relegato giradischi e vinili in soffitta potete godervi questa registrazione grazie alla ristampa in digitale lungimirantemente predisposta dalla Decca.
Se poi la vostra unica sorgente di musica è ormai divenuta YouTube, potete ascoltare questa musica meravigliosa in un'intepretazione altrettanto autorevole di quella appena citata: questa volta a suonare sono i gloriosi Musici in una versione targata Philips:
Ma - qualunque sia la versione che sceglierete - fatevi un favore e permettete a questa musica lieve e alata di entrare nella vostra esistenza. Sarà davvero un sorso di giovinezza, un piccolo, prezioso frammento di felicità.
COI (Conflict Of Interests) Disclaimer: Ho la fortuna e il piacere di conoscere personalmente gran parte delle musiciste che compongono l'ensemble delle Cameriste Ambrosiane. La foto che le ritrae a Palazzo Marino è mia, ed è stato un modesto, inadeguato omaggio alla loro arte. E' quindi del tutto possibile che il mio entusiasmo per il loro modo gioioso e spontaneo di fare musica sia dovuto in tutto o in parte all'amicizia che nutro per loro. Dato che non faccio il critico musicale per vivere e dato che questo spazio è mio, dichiaro questo stato di cose e insieme la sua assoluta irrilevanza... :-)
Update 9.6.2013: E' appena "uscito" su YouTube un video in cui le Cameriste Ambrosiane parlano di loro stesse e del posto speciale che nelle loro teste e nei loro cuori occupa l'ottetto di Mendelssohn. Guardatelo, ne vale la pena.
Commenti
Posta un commento