Heri dicebamus
Dosso Dossi, Allegoria della fortuna (c. 1535) |
Qualcuno magari avrà attribuito la cosa ad una recrudescenza particolarmente intensa della conclamata, programmatica pigrizia tanto orgogliosamente esibita fin nel titolo; nè in coscienza potrei smentirlo completamente.
Ma a questo silenzio hanno contribuito anche motivi di altra natura, motivi che hanno a che fare con l'irruzione di quello che un mio caro amico definisce tout court l'imponderabile.
Strano animale, questo imponderabile. Non importa con quanta cura tu abbia tracciato la carta sinottica della tua esistenza, non conta quanta accuratezza tu abbia messo nei tuoi calcoli: lui arriva e piega quelle linee come se fossero fatte di fil di ferro, rimodellandole a suo capriccio e imprimendo loro discontinuità di ogni tipo.
Convinto da sempre come sono della fondamentale insensatezza della condizione umana (o meglio: della fondamentale insensatezza di una qualunque ricerca di senso per la condizione umana) non è stata la ding an sich a turbarmi. Ma per un programmatore seriale come Yours Truly non è stato semplice accettare l'idea di un'interferenza tanto inaspettata quanto irresistibile, venire a patti col fatto che - come cantano in Così fan tutte - "il destin così defrauda / le speranze dei mortali".
D'altra parte le circostanze non lasciavano scelta: e quindi è stato necessario imparare a convivere con l'incertezza, imparare a conoscere il sapore della radość z domieszką trwogi, la gioia tinta di disperazione di cui parla Wisława Szymborska. E questo processo di apprendimento non ha lasciato posto per nient'altro: null'altro che non fosse stanchezza e pena.
Ora la parte più impegnativa del percorso sembra dietro le spalle forse si può ricominciare a guardarsi intorno, a ripensare e a riparlare di quelle nugae che pur nella loro irrilevanza aiutano a rendere meno impervia l'esistenza.
Senza programmi a lungo termine né proponimenti a lunga gittata. Semplicemente così. Un passo dopo l'altro.
carissimo,
RispondiEliminabentornato con tutto il cuore. non ci conosciamo ma insieme a 13 pipe il tuo blog è per me il Santo Graal della pipa e dei tabacchi. qualsiasi sia stato il motivo della tua assenza ti auguro ogni bene futuro. Per quanto riguarda Pipe & Tabacchi posso essere talvolta d'accordo talvolta no ma questo è il bello della vita. Ma una cosa ci accomuna e ci accomunerà sempre: il giudizio su tal cosidetto "maestro Allevi" (sic). concordo in pieno e su tutto quanto hai scritto su tal meschino personaggio e sui poveretti che lo credono un musicista. Quindi viva Samuel Gawith e viva il ST Bruno , viva Bernstein, Abbado, Mariss Jansons, Yuri Temirkanov e via dicendo.....
Francesco
Ciao Francesco e grazie delle belle parole.
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